Come pago le tasse, se faccio il tassista a Campobasso - Razzismo interno
Storiella di usuale comportamento irrispettoso su quattro ruote, a sud, verso gli altri contribuenti.
Uno dei piani sui quali veniamo attaccati con cattiveria tutti gli ex Duosiciliani è quello dell’evasione fiscale. Sembra che ogni frodatore (di uno Stato comunque inutile e predatore) arrivi da sud. La voce costante, ormai risonante ovunque come campana intonata (sì, intonata, non stonata, intonata e pure insistente), è quella che parla di una massa di meridionali adusi all’accurato dribblare l’incontro con le tasse. Non solo ciò accade sui giornali e telegiornali, sempre in modo delicato al fine di ben penetrare nella testa di tutti (anche degli stessi abitanti del Mezzogiorno scontenti del generale malaffare), ma pure negli ambienti di famiglia, amicali e lavorativi. Tanto poiché l’idea, del tutto costruita ad arte nell’immaginario collettivo, di un sud parassita e approfittatore della supposta opera di traino del resto d’Italia si è ben diffusa, quasi come l’idea della necessità del “salvamento” sabaudo verso il Regno delle Due Sicilie.
L’opera di marketing ben architettata e messa in funzione per svalorizzare ogni caratteristica umana degli abitanti del Mezzogiorno (salvo poi riesumarne alcune come strumento utile ai fini del proprio soddisfacimento, magari durante le vacanze estive) è stata sinora abbastanza efficace. Tuttavia, l’evidente realtà dei fatti, di cui dovremmo renderci conto tutti, narra altro.
Nel 2008, nella necessità di ritrovar freschezza cerebrale in fase di chiusura d’una dura separazione coniugale, mi spostai dalla Calabria al Piemonte. Da quel momento non c’è stato periodo in cui abbia dovuto dubitare, nella mia individuale esperienza, della propensione ad aggirare le regole del gioco da parte di moltissimi piemontesi, a cominciare dalla giovane donna che mi affittò per prima un alloggio, precisamente una stanza della propria villa.
Il lavoro di convincimento circa l’attitudine, addirittura considerata dai più esclusiva, dei meridionali all’evasione fiscale è stato così ben portato avanti (nel debolissimo contrasto dei meridionali stessi, evasori o meno che fossero) che oggi appare duro riuscire anche solo a mettere in discussione la bizzarra percezione. In concretezza, dall’altra parte, gli esempi di “distrazione” del denaro a nord appaiono senza soluzione di continuità. I fatti di cronaca ce lo riportano, quelli personali ce lo ricordano.
Un esempio di proporzioni ciclopiche è nel MOSE di Venezia (inefficace pure e prossimamente inutile, nonché altamente impattante a livello ambientale), un altro microscopico è nella ricevuta (🤔 fiscale?) della cui “corretta” compilazione potete qui godere.
Vi riporto ora le parole che ho usato nella segnalazione (per messaggio Facebook) al Comune, ormai avrete ben compreso, non di Campobasso bensì di Cuneo, alle 8 e 12 della sera del 5 luglio 2020.
“Buon pomeriggio, gentili Responsabili. Giorno 19 giugno scorso ho dovuto usufruire del servizio Taxi del Comune di Cuneo. Al momento del pagamento avrei dovuto sborsare € 15,50. Ho, dunque, porto una card per il pagamento elettronico, ma mi è stata comunicata dall'autista l'impossibilità a soddisfare così la prestazione ricevuta. D'accordo, ci siamo recati davanti al totem di una banca, per forza ancora in auto, dal quale ho potuto ritirare al fine di estinguere poi in contanti. Quando, di nuovo tornati sul posto di destinazione, ho pagato mi son permesso, molto garbatamente, di suggerire l'uso del POS. Mi è stato, in modo decisamente spiccio, risposto che non è obbligatorio e che quando sarà obbligatorio lo useranno. Ho cercato di spiegare meglio, a quel punto, che il mio era un consiglio, non una pretesa, ma son stato tagliato con le stesse parole. Ora, ripeto anche a voi, il mio era solo un educato suggerimento (malgrado abbia dovuto pagare in più, essendo stato accompagnato a un totem bancario e poi di nuovo al punto di destinazione, e, non so se correttamente, secondo tariffa a forfait proposta dal tassista stesso per il tragitto punto_di_destinazione-totem_bancario-punto_di_destinazione). Visto che esso è stato preso poco bene, ne do un altro a voi (che, ovviamente, deciderete cosa farne) esclusivamente volto al miglioramento del servizio nel rapporto fra tassisti e utenti: Comunicate come potete, sulla pagina apposita del sito Comunale, e fate comunicare all'esterno delle autovetture nonché per telefono, quando si contatta il numero unico, che sui taxi di Cuneo si può pagare solo in contanti. Lo sottolineo con altre parole (anche perché, poi, ciascuno di noi ha mille impegni e vorrei che si leggesse nelle mie parole solo uno spirito propositivo): Mi piacerebbe che, come già in altri ambiti, il Comune di Cuneo potesse rappresentare un buon esempio. Allego qui la ricevuta, che purtroppo ho dovuto appositamente richiedere, e che, probabilmente per distrazione, non è stata completata col numero progressivo. Grazie infinite e buon inizio di settimana!”
La risposta, evidentemente automatica, è stata: “Grazie di averci inviato un messaggio. Nel caso tu voglia segnalare disservizi, ti suggeriamo di contattare l'Ufficio Relazioni con il Pubblico del Comune di Cuneo: e-mail urp@comune.cuneo.it - 0171.444.229”.
Ho allegato, chiaramente, la foto che poco sopra avete visto.
Il giorno dopo mi è stato risposto testualmente (dunque con perfetta corrispondenza dell’ortografia): “buongiorno. abbiamo inoltrato la sua segnalazione agli uffici competenti. cordiali saluti”.
La mia replica, nella stessa sera, è stata: “Grazie mille! Cordiali saluti.”
Da allora non ho ricevuto aggiornamenti e (capite bene) adesso non m’interesserebbe più riceverne. Sarebbe stato cortese informarmi, giusto come cittadino, perlomeno in merito alla questione vertente attorno al POS.
Ecco, esempi di questo genere al nord capitano a tutti quasi quotidianamente. Lo dico non in quanto cerchi di compiere una raffronto da cui far uscire vincente il sud (cosa, tra l’altro, impossibile per chiunque, poiché impossibile è confrontare il peso degli eventi sotto un metro comune), ma in quanto reputo opportuno rivedere in sé, nella propria mente, in modo deciso, le convinzioni che condizionano il punto di partenza di qualunque paragone.
Non mi sembra questo un sud che debba ridursi a discepolo, in quanto a contribuzione fiscale (che la si ritenga giusta o ingiusta), di tale nord. Questo è un sud che (se costretto ancora a darsi una struttura di tipo statale) dovrebbe quantomeno cominciare a camminare sulle proprie gambe e non venir più attaccato (mai più!) da potenze belligeranti!