Devo ammettere che, sì, ho fatto il mio, in maniera del tutto naturale, essendo un appassionato, parecchio ignorante, ma appassionato d’arte. Cioè, più volte ho accompagnato mia figlia in luoghi incantevoli o, se vogliamo, da lei mi son fatto accompagnare. Luoghi in cui la storia e l’arte si abbracciavano e si abbracciano senza soluzione di continuità. Tuttavia, ha rappresentato per me una gradevolissima sorpresa, ieri, la spedizione sua di alcuni scatti fotografici da Siena, ove in comitiva aveva pensato di trascorrere alcune ore liete.
Le avevo parlato della pasticceria Nannini, fondata da tal Guido, nonno di un altro Guido, nonché dei noti Gianna e Alessandro. È stato così che vi ha fatto un salto e da lì mi ha portato gustosissimi cantucci al cioccolato.
Sinora sono entrato nella meravigliosa città toscana un paio di volte. La prima da bambino, quando i miei genitori con alcuni loro amici mi accompagnarono per poter assistere al famosissimo Palio (che non si tenne, almeno quel giorno, a causa della pioggia insistente), e la seconda, da adulto, con la mia ex compagna Nunzia. In ambedue i casi, devo confessare, son rimasto colpito da un’atmosfera rapente e capace di riportare a un passato fiabesco nell’immaginario, ma sappiamo, in realtà, tanto nudo e puro, quanto duro.
Non scriverei di un posto non incontrato recentemente sul mio percorso, ma oggi mi permetto di farlo un po’ perché stiamo parlando di una città su cui ho già adagiato due volte le mie suole e un po’ perché ho l’opportunità di lasciarvi alcune foto di interni che ritengo interessanti.
Comincerei con la vetrata principale, dietro l’altare, della Basilica di San Domenico. L’architettura è caratteristica nonché classica, mentre i colori sono magnificenti, spiccanti col semibuio a cornice di una luminescenza dall’effetto dirompente.
All’interno di detta basilica, nella cappella a lei dedicata, vi sono pure la testa e un dito di Santa Caterina, di cui ho immagini, ma che preferisco, almeno attraverso il presente articolo, non pubblicare.
Dalla metà del Duecento in poi, invece, ha cominciato a svilupparsi la chiesa della SS. Annunziata, dall’abside di un’imponenza e bellezza spropositate. Di presenza scenica è, poi, il soffitto a cassettoni.
A metà navata, sulla sinistra osservando l’altare, vi è uno splendido portale sormontato da un timpano triangolare spezzato.
Sulla destra, invece, è presente, a mezz’altezza come il succitato portale, un armonioso organo a canne.
Per chiudere in bellezza la carrellata fotografica, che non rende neppure per l’1% l’idea di quanto possa lasciare a bocca aperta un centro del genere, vi lascio quello che potremmo considerare il simbolo Romano per eccellenza: la Lupa che allatta Romolo e Remo in una statua sovrastante l’epigrafe con dedica del donatore, il principe di Leonforte Gian Giacomo Borghese, alla Siena Romana facendosi tramite dell’Urbe.
Chi desidera approfondire quest’ultima o altre storie dell’entusiasmante città dal patrimonio storico e artistico incredibilmente ampio, magari tra mito e realtà, se vorrà troverà gli strumenti per farlo. Vero è che, colui che si applicherà, allargando passo dopo passo gli orizzonti, non finirà mai di scoprire.