Il coronavirus che non leggeva i DPCM - Libertà
Circoscrizioni utili esclusivamente a limitare la circolazione delle persone.
Solo gli individui sono stati fermati, incivilmente e vergognosamente. Tutto ebbe inizio con le «zone rosse», quando il capo del governo Italiano, professor Conte, decise, attraverso il discusso strumento dei DPCM, di non far circolare all’esterno di determinate aree gli abitanti in esse dimoranti.
Il virus, banalmente uno fra i molteplici fluenti da sempre, continuava a girare, infischiandosene dei fogli firmati a Roma, mentre aumentava progressivamente la stretta su una pluralità di libertà.
Mia figlia era fidanzata, in quel periodo, con un ragazzo abitante nei pressi di Milano. Generalmente s’incontravano a metà strada, cioè a Torino, ma quella volta decisero di far diversamente. Io (ammetto), in quella primissima fase di diffusione del microorganismo che sarebbe stato battezzato COVID-19, avvertivo, come un po’ tutti, credo, una certa paura (dovuta primariamente al fatto che il sottosistema intrecciato politica-sanità stesse brancolando nel buio). Cosicché, non fui contento della decisione di Lady, che contrastai; ma dovetti anche abbozzare e accettarla.
Mi toccò trasmettere due righe per posta elettronica al mio datore di lavoro, poiché tanto era previsto, segnalando l’entrata in contatto con persona proveniente da «zona rossa», e mia figlia, dal canto suo, dovette compilare questo foglio ai militari che “l’attendevano al varco” in Stazione Centrale.
Ragionevolmente si può ipotizzare, in quei frangenti, la penuria di informazioni, anche a un alto livello istituzionale, circa il COVID-19. Quella appena sopra si può ritenere, perciò, una testimonianza fotografica di una scelta sbagliata del governo, ma ancora carente di sadismo. Quest’ultimo non si sarebbe fatto attendere… A Roma e in tutte le città e i paesi italiani dotati di uffici pubblici, ma non solo. Anche nelle frazioni sconosciute la torchiatura avrebbe fatto capolino, magari attraverso una multa comminata a chi si apprestava ad acquistare un bene in un supermercato fuori “zona”.
Circa due settimane prima erano stati “chiusi” una decina di Comuni del Lodigiano, tra il 7 e l’8 marzo veniva “chiusa” la Lombardia ed esattamente il 9 veniva estesa la “chiusura” a tutta Italia.
Prese così avvio l'accelerazione autoritaria, nel Bel Paese, che stiamo fronteggiando, dopo inequivocabili e preoccupanti segnali che da svariati anni bussavano alla porta.