Natale 2023 e Capodanno 2024 a Perugia
La mia prima grande festa tra le mille luci di quest'urbe giovane e dinamica.
Appena si entra in corso Vannucci, anche senza gli scintillii presenti tipicamente in una lieta ricorrenza, si viene prepotentemente scagliati in un’altra dimensione.
Perugia è una città che ti toglie il fiato per la sua capacità di riportarti in men che non si dica in un’epoca non vissuta, ma sicuramente sognata; sfortunatamente, come tutte le città italiane medio-grandi è in sofferenza, appena ci si allontana un pochino dal centro, per la noncuranza di certi individui, sia del luogo che forestieri. La trascuratezza verso quel che circonda la vista è notevole e fa parecchio male.
I segni di una storia ricchissima, segnata dalla presenza del Papato (oltre che, naturalmente, dell’impero Romano e della civiltà Etrusca), sono sbalorditivi!
A fare da contraltare, come raccontavo poc'anzi, ci sono simboli di inciviltà da ridurre pesantemente: cartacce e lattine a terra in quantità, pure nelle immediate vicinanze di palazzi sicuramente abitati, non possono accettarsi a cuor leggero. Duole moltissimo dover registrare una situazione del genere. Altrettanto pensare alla penuria di cestini per l’immondizia spiccia o a quasi tutte le strisce pedonali non adeguatamente ripassate con la vernice; a detti contesti potrebbero dare una collocazione, spiegando, i rappresentanti istituzionali. Insomma, trovare il “colpevole” non solo sarebbe scorretto, ma impossibile.
Nel frattempo, coloro che ammirano Perugia, se non intendono solo abbozzare e dolersi e hanno ancora qualche risorsa da spendere, possono ingaggiare una costante lotta per promuovere i comportamenti civili. Dura lotta.
Ho preso a conoscere questa città da settembre dell’anno scorso, quando vi sono giunto per un’esperienza lavorativa di almeno un anno, della quale dirò più avanti. Mi ci ero recato, in più, nei mesi precedenti, tanto per un colloquio che mi era stato richiesto, quanto per stare accanto a mia figlia. Quest'ultima aveva, difatti, in Perugia cominciato a studiare.
A proposito di studio, un aspetto più unico che raro del capoluogo di regione umbro consta della forte presenza di giovani, dovuta principalmente alle numerose attività di tipo universitario (anche specificamente rivolte agli stranieri), che spaziano da un ambito all’altro senza soluzione di continuità, per didattica e per collegamenti fisici. L’effetto che coglie girovagando è gradevolissimo e rimanda ad almeno sei o sette lustri fa e a qualsivoglia centro urbano, quando era facile imbattersi in divertiti gruppi di giovani, i quali magari si percepivano parte, a loro volta, di sottogruppi, come per esempio quello dei paninari o dei punk.
In questi giorni di festa è venuto a trovarci un amico dalla provincia di Varese, con le figlie. Sono riuscito ad accompagnare tutti loro, sino a quasi metà di corso Vannucci, ad occhi chiusi. Desideravo far avvertire in petto come un tuono di emozioni al ritrovarsi d’improvviso tra potenti palazzi antichi, a volte come ornati, più che dotati, di suggestive finestre bifore, a volte arricchiti di imponenti torri merlate.
Questo è ciò di cui, in un sol colpo, han potuto godere:
Vi lascio immaginare lo stupore!
Ora, Perugia è per me speciale, ma l’intera Umbria contiene scrigni di raro fascino, che abbelliscono l’animo e illuminano lo sguardo. Coloro che, purtroppo, non possono osservare cosa li circonda attraverso il senso della vista, credetemi, possono comprendere cosa sia questo luogo anche sfruttando il gusto: i piatti che le locande sparse qua e là offrono sono tanto rustici quanto gustosi e i vini che possono accompagnarli robusti e profumati.
Immaginavo lo splendore dell'Umbria come in una specie di sogno. Un sogno oramai da verificare, scottato come rimasi, nella pur comprensibile ingenuità adolescenziale (ma anche fragilità), più a nord negli anni ‘80.
È stato questo il mio primo Natale fra le bancarelle del centro, le luminarie e gli aromi di un capoluogo che non smette di stupefarmi. Un Natale, in ogni caso, non semplice per molteplici ragioni: il passaggio dal Piemonte all’Umbria, dal punto di vista burocratico, si sta completando, ma gli impegni che mi riguardano e coinvolgono, concernenti sia la mia famiglia d’origine che quella creata, sono ancora moltissimi, dopo anni di lavoro per riordinare quanto possibile, come moltissimi sono quelli che mi chiamano in causa per la necessità di difendere taluni diritti fondamentali minati sul lavoro (e offesi!) specificamente dal 2020 in poi. Ciononostante, rimango determinato a esser positivo e propositivo, perché in uno spazio di tempo da suddividere tra costruzione di cose belle e difesa da cose brutte, preponderante, a dispetto di ogni gratuita cattiveria, dev’esser la parte da dedicare all’edificazione di un futuro migliore, per noi e i nostri posteri.