Questa è la recensione di una serie di racconti dei più disparati generi toccati da un autore, ammetto, che mi ha contattato direttamente. È la prima volta che mi accade qualcosa di simile e, intendo precisare, il mio comportamento sarà sincero nelle prossime righe come lo è stato finora per tutti gli scrittori “incontrati”.
Il mondo delle opere fatte di carta, penna e calamaio, è un mondo abbastanza di nicchia nella fruizione, a fronte di una produzione elevata. Ciò non consente a molti artisti di spendere tanto tempo e denaro per presentarsi con un “biglietto da visita” magari all’altezza del valore del contenuto proposto. Pertanto, ho lavorato su me stesso, stavolta, per scansare l’influenza che l’aspetto grafico della copertina (direi poco seducente) avrebbe potuto avere al momento del giudizio finale. Far ciò non mi è stato difficile, per due ragioni principalmente: il modo di presentarsi a me dell’autore è stato semplice e non adulatore, in più le sue realizzazioni letterarie hanno già avuto modo di farsi conoscere e ciò significa (considerando le difficoltà oggettive di far volteggiare le pagine di un proprio qualunque testo in una fiera o un simposio) che il dottor Brancaleoni ha sicuramente a cuore i propri lavori.
Veniamo ora alla recensione vera e propria; ardua per la verità, a causa della “forma”, dal punto di vista tecnico, dell’opera. Dirò, dunque, subito che è evidente la poliedricità dell’artiere nelle tipologie letterarie toccate; tuttavia, alcuni brani mi hanno colpito e coinvolto e altri non mi hanno granché attratto. In quest’ultimo caso, aggiungerei, le mie sensazioni son state più dettate da una poco sostanziosa profondità delle trame che da una traballante abilità espositiva dello scrittore. Quest’ultimo, anzi, riesce con facilità a far immaginare luoghi e individui. Lo scorrere dei momenti è fluido e certi racconti si “vivono” in prima persona, specialmente se si ha familiarità con ambientazioni e caratteri umani descritti.
Ci si sente nel Lazio tra pendolari, immigrati e vacanzieri spagnoli, e ci si sente, in un altro racconto, in un saloon e ci si sente, anche, amici di un menestrello, dopo tre anni di onorato servizio, allontanato dalla corte a causa d’una democratica crisi economica. Ci si sente, altresì, in un ipotetico futuro fra insidiosi robot.
Sono un paio gli aspetti che colpiscono di più e trovo interessanti nella complessiva elaborazione: una certa proposta introspettiva fra i periodi che formano, particolarmente, alcuni pezzi e uno strano mix temporale nei racconti. Vengo e mi spiego meglio: da una parte, l’autore è capace di far sorgere al lettore domande per dare significanza a quel che contiene significanza, ai momenti, magari brevi, ma realmente importanti che capitano ogni giorno, e dall’altra sempre l’autore si diverte a inserire oggetti di un’epoca (quella presente) in un’altra che di essi sarebbe priva (quella passata). Anche qualche scenario futuro ha il suo perché, con prefigurazioni che potrebbero, magari anche solo parzialmente, trovare una concretizzazione.
Ho rilevato errori piccini (dalla forma di scrittura degli orari alla maiuscola per le iniziali di mese), ma generalmente pure una forza descrittiva non comune. È giusto ricordare, al proposito, che gli artisti abbracciati dalle case editrici, possono contare su super controlli. Non ho chiesto, ma suppongo il dottor Brancaleoni abbia fatto tutto da solo o con un sostegno minuto; eventualmente, tanto di cappello!
Esiste il modo adeguato di godere di questa produzione: quello che prevede l’immersione (come sempre) in ciò che ci attira. È poco sensato e svantaggioso fossilizzarci in quel racconto, fra i variegati proposti, che non riusciamo a digerire. Ci vuol poco, al contrario, ad apprezzare quel, che rigo dopo rigo, ci attrae a sé.
Lascio la seguente nota in conclusione: l’opera non è disponibile in forma cartacea, ma la si può ottenere come eBook (tanto nei formati dedicati, ePub e MOBI, tanto in quello non dedicato PDF), al prezzo che andrà verificato qui (indirizzo Blogspot) oppure qui (indirizzo Bandcamp).