Ricomincio da Gubbio - Cultura
La partecipazione, come spettatore, a una tavola rotonda con tre giallisti italiani quale spunto di ripartenza.
Sì, una decisa ripartenza, per raccontare storia ed arte, dopo i continui stop che Google Maps, ora per un motivo, ora per un altro (tutti non chiari e solo ipotizzabili), ha pensato di regalarmi. Era lì che pubblicavo recensioni (le più dettagliate possibili) e foto dei luoghi, non di rado incantevoli, che visitavo: musei, torri, palazzi nobiliari e via discorrendo; al loro interno quadri, sculture, lampadari maestosi e tanto altro ancora, da far girare la testa.
Alle opinioni bloccate facevo seguire i regolari ricorsi (sempre accolti, per la verità), ma l’ultima volta, quando Big G ha levato una mia pubblicazione, a cui avevo appena aggiunto delle immagini, mi son detto che era giunto il momento di ficcarmi nella grande avventura. Quale sarebbe questa grande avventura? È quella di restare in piedi, cioè di esser letti e ascoltati a sufficienza, anche non facendo attivamente parte di un mondo social capace di metter fianco a fianco gli individui accomunati da un medesimo interesse.
Vi dico la verità: ero grandemente in dubbio se collocare quest’articolo piccino fra gli extra della sezione Letture o nella Home fra i siti culturali (dandovi il taglio di uno scritto con parere). La sistemazione, penso, sarebbe stata adeguata in ambedue i casi, ma ho optato per la seconda al fine di cominciare subito a regalare a tutti quanti voi non solo le sensazioni che mi colpiscono nei luoghi che scruto, bensì pure una tangibile valutazione (giusto da semplicissimo incantato, sia inteso, nulla di più).
Inauguro proprio oggi l’avvio di tale scelta!
Eravamo andati per seguire una tavola rotonda (intervistati tre scrittori di gialli da altrettante intervistatrici), nonché allo scopo di partecipare ad attività ludiche da tavolo, più o meno a tema, io, mia figlia e il suo fidanzato. In modo spontaneo abbiamo suddiviso la nostra presenza: io ho ascoltato cos’avevano da narrare di interessante e curioso questi autori del Bel Paese, mentre i ragazzi, recatisi al piano superiore, in una delle stanze adibite ai giochi hanno trascorso in compagnia il loro tempo, duellando fra abilità e buona sorte. Prima di spartirci, però, abbiamo tutti messo piede nel chiostro. E che chiostro! Il colpo d’occhio è stato incredibile. Pensavo d’esser stato scagliato nel passato d’un colpo, in un bel momento e in un bel luogo, sereno e vocato allo studio.
Tutto il cielo sopra e le colonne intorno, illuminate sapientemente e accoglienti per il perimetro da esse stesse disegnato.
C’erano alcuni altri spettatori, come me, lì attorno, a far la spola tra ambienti interni e ambiente esterno (il fatato appena descritto). Man mano che il brusio si faceva più intenso, si cominciava a prefigurare tra noi l’apertura dell’incontro letterario. Cosicché, varcata abbondantemente la soglia dell’aula, mi son sentito in un luogo magico.
Come si fa a non rimanere a bocca aperta? Si avverte l’aria di passaggio fra Settecento e Ottocento, quella che accarezzò il nascere, per lungimiranza del vescovo Alessandro Sperelli, della Biblioteca che ne trae nome: Sperelliana. Cominciarono i 7000 volumi dell’ecclesiastico a distribuire cultura, al di là delle sostanze economiche possedute da chi vi si sarebbe rivolto. L’intento, difatti, era quello di permettere a quanti più individui di ricavare importanti erudizione e svago. Sede iniziale di detta biblioteca non fu, tuttavia, l’ex monastero Olivetano, di cui oggi molto sinteticamente e in microscopica parte tratto, bensì Palazzo Pretorio. In un periodo di mezzo, tale ampia libreria pubblica fu, invece, ospitata nell’ex convento di Santo Spirito, in via Cairoli.
Insomma, possiamo immaginare infinite vicissitudini attorno a questa meravigliosa “scatola del sapere”, la quale, prima che di calce e mattoni, è fatta (come tutte le altre) di carta. Un’evoluzione lunga che ha contribuito a cadenzare, come storia nella storia, i passi della comunità di Gubbio.
L’intero complesso di San Pietro è stato da poco ristrutturato e restaurato e il suo splendore è lì, in attesa dell’ammirazione dei sognatori. In qualche spazio interno ci si aspetterebbe, forse, una maggiore omogeneità fra gli elementi del mobilio e fra essi e il look architettonico. Malgrado ciò, è tanto il brillare di luce propria di questa biblioteca (oggi contenente 55000 opere), che mi sento di assegnarle (in punta di piedi e con deferenza) il massimo punteggio.
Un plauso va, poi, ai giovani che la sera del 1° dicembre ci hanno gradevolmente accolto. 👌
Ecco un luogo che consiglio sicuramente di visitare, non lasciandosi sfuggire quanti più eventi si programmino di proprio interesse!
Vista la data, infine, non posso che augurare a tutti una felicissima 🐣 Pasqua!