Spandiamo la voce di dissenso per la cessazione del genocidio
Anche una sola goccia recuperata dal mare, oggi, può fare la differenza. Portiamola per spegnere l'incendio!
Non si può dire che il governo Israeliano non sia di parola: aveva promesso di radere al suolo Gaza. Col beneplacito del governo Statunitense e, a ruota, di vari altri Europei, fra cui (ahinoi!) quello Italiano, sembra vi stia riuscendo. Mi sarebbe stato facile scrivere «… vi sta riuscendo.» Non sarebbe stato affatto sbagliato, in italiano, ma l’italiano, come tutte le lingue, prevede che una situazione, anche la peggiore, possa volgere al meglio, e non posso io, allora, non nutrirvi la speranza collegata.
Il livello d’attenzione internazionale dei popoli, per la verità, ormai è molto alto, ma i politici (ovviamente quelli Israeliani in primis) stanno riuscendo a contenere egregiamente la protesta.
Abbiamo sentito le urla di dolore e osservato la denutrizione, siamo rimasti senza parole notando una specie di ricerca della maniera più crudele, ogni volta diversa, per far soffrire delle persone che nessuna colpa avevano e hanno, se non quella di esser nate palestinesi e non essere emigrate.
Con quale visione sadica si possono rinchiudere centinaia e centinaia di esseri umani, affamati, in una gabbia enorme allo scopo di lanciare al suo interno del cibo senza alcun costruttivo criterio? Quanto grande è il desiderio di annientamento di un popolo, al quale son state requisite perfino le abitazioni se, una volta arrestata un’attivista franco-palestinese, l’eurodeputata e avvocata Rima Hassan, la si mette addirittura in isolamento semplicemente per aver scritto su un muro della propria cella «Free Palestine»?
Ella faceva parte del gruppo navigante sul veliero Madleen della Freedom Flotilla Coalition. È stata bloccata, come tutti i componenti sul natante e, giacché aveva rifiutato nell’immediato il rimpatrio, arrestata. Dunque, nello spazio assegnatole dall’amministrazione carceraria aveva invocato, con qualcosa che potesse rimanere impresso su una parete, la liberazione di quella che è anche propria terra d’origine da un’oppressione inspiegabile, spintasi fino a quello che l’ONU, notoriamente e per forza prudentissimo, ha definito «sterminio».
Di queste ultimissime ore è la notizia (non ancora apparsa sui principali media italiani, per la verità) della scarcerazione di Rima Hassan, che non posso non accogliere con sollievo. Sono veramente molto contento, perché il rischio è stato alto, sia pur temperato da un’esposizione mediatica rilevante che azioni ancor più disumane su di lei avrebbero richiamato.
Sfortunatamente, molti governi cd. Occidentali, allegramente autoproclamantisi democratici, dal 2023 hanno preferito come minimo voltarsi dall’altra parte, come massimo continuare ad appoggiare militarmente ed economicamente il governo retto da un inqualificabile Netanyahu. Tuttavia, se fino ad oggi svariati giornalisti (molti dei quali hanno perso la vita per notiziarci) potevano informarci con relativa facilità, da queste ore troveranno un ostacolo enorme: Internet, infatti, nella zona delle “operazioni”, è stata totalmente oscurata da Israele.
Per favore, ciascuno di noi recuperi quella goccia dal mare per spegnere l’incendio, cioè allarghi la conoscenza come può, anche parlando stasera a cena coi parenti o gli amici. Bastano due parole. Non è affatto poco, credetemi.